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Giacomo Galardini·22 maggio 2019
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Giacomo Galardini·22 maggio 2019
Il Pescara esce indenne dal Bentegodi: moltissime le occasioni create da entrambe le parti, ma i due portieri si sono superati nel mantenere entrambe le porte inviolate.
Il risultato non deve ingannare: partita giocata in maniera aperta. Domenica la squadra di Pillon avrà a disposizione due risultati su tre per approdare in finale e continuare a cullare il sogno Serie A.
Tantissime occasioni, zero gol. Gara giocata a ritmi altissimi – almeno fino al 75′ – e a viso aperto da parte di entrambe le squadre: meglio i gialloblu in avvio e chiusura, fase centrale favorevole ai biancazzurri.
Il risultato non deve ingannare: sia Pillon che Aglietti hanno creato tantissime occasioni, sia con Di Carmine che con Mancosu. Sono stati i portieri Fiorillo e Silvestri ad essere decisivi (e a volte anche il palo, come nel caso di Mancuso nella prima frazione).
Negli ultimi 20 minuti i ritmi calano e le due squadre subiscono i tatticismi dei due allenatori: Pillon gestisce con Antonucci e Del Grosso, mentre Aglietti si gioca la carta Pazzini.
E nel finale è proprio Pazzini a far tremare i 500 tifosi ospiti con uno schema su punizione che libera il suo destro da fuori, ma Balzano si immola e salva il risultato.
Silvestri (Verona): Certo, no si è mai fidato della presa, ma se il Verona può ancora giocarsi la Serie A lo si deve alle sue parate.
Mancuso (Pescara): Sfortunatissimo in almeno tre occasioni, si muove benissimo e sguscia sempre via ai centrali del Verona.
Henderson (Verona): Perde sonoramente il duello fisico con Memushaj (e anche troppi palloni).
Sottil (Pescara): Il meno convincente del trio d’attacco abruzzese; troppo egoista e impreciso.
Photo credits: DAZN.com