Bojan: "Venivo paragonato a Messi ma non ero come lui" | OneFootball

Icon: OneFootball

OneFootball

Andrea Agostinelli·7 dicembre 2018

Bojan: "Venivo paragonato a Messi ma non ero come lui"

Immagine dell'articolo:Bojan: "Venivo paragonato a Messi ma non ero come lui"

Non è facile vivere all’ombra di Leo Messi, o peggio ancora con la costante necessità di dimostrarsi alla sua altezza ma per anni questo è stato il destino di Bojan Krkic.

L’attaccante spagnolo oggi gioca con lo Stoke City ma in un’intervista rilasciata alla BBC ha raccontato quelle che sono state le sue difficoltà in blaugrana.


OneFootball Video


“Al mio primo anno in Liga ho segnato 10 gol e tutti mi dicevano che era il nuovo Messi – ha raccontato Bojan – Non puoi farci nulla, puoi controllare solo le cose di cui sei direttamente responsabile. Io conosco le mie qualità e so che non sono Messi ma non è facile. Quando sono andato alla Roma e al Milan non sono andato lì come Bojan ma come il nuovo Messi.

Se giocavo bene non era abbastanza. Dovevo dare di più, dovevo essere Messi e questo aspetto non mi ha aiutato. All’inizio era molto difficile convivere con questa cosa ma l’esperienza poi mi ha aiutato”.

Immagine dell'articolo:Bojan: "Venivo paragonato a Messi ma non ero come lui"

Bojan con il Barcellona ha vinto 3 volte la Liga e due volte la Champions League. A 20 anni, però, ha deciso di lasciare il Camp Nou per rafforzare quel carattere debole che nel 2008 gli impedì di rispondere alla convocazione della Spagna poi Campione d’Europa.

“Non avevo mai immaginato di giocare o vivere in un’altra città – racconta ancora Bojan – Quando ho dovuto prendere la decisione di andarmene ho seguito la testa non il cuore. All’inizio ero spaventato. Una nuova maglia, nuovi tifosi, una nuova cultura, una nuova mentalità. Ma dopo aver preso quella decisione mi sono sentito orgoglioso.

Siamo calciatori. Sei pagato dalla tua squadra e amato dai tifosi. Devi giocare sempre ma ci sono giorni, oppure anni, che sembrano infiniti. Ognuno ha un lato privato. Se dimostri di essere debole, ti mangiano vivo. Ci sono 25 giocatori in una squadra e solo 11 giocano. Devi dimostrare di essere forte ed in grado di gestire la pressione”.