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Andrea Agostinelli·29 maggio 2019
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Andrea Agostinelli·29 maggio 2019
A Firenze, dopo la più brutta stagione nella storia recente del club, è tempo di rifondazione.
I Della Valle sono pronti a cedere la società a Rocco Commisso e il 31 maggio sarà una data fondamentale per capire cosa riserverà il destino al popolo viola.
Nel frattempo la cosa più utile è tirare le somme e mettersi alle spalle un’annata da incubo, che per poco non è culminata nella retrocessione in Serie B.
Se c’è un giocatore che fino alla fine ha provato a ribaltare il destino della Fiorentina, quello è Federico Chiesa.
È stato il giocatore chiave per i viola e probabilmente l’unico che raggiunge la sufficienza per via dei suoi 12 gol stagionali tra campionato e Coppa Italia.
Il problema per i tifosi è che nella prossima stagione potrebbero rivederlo al Franchi solo come avversario.
Mettendo un attimo da parte gli ultimi mesi della stagione, c’è comunque qualcosa da salvare nella stagione della Fiorentina.
Ad esempio il rendimento di Milenkovic: il serbo ha convinto per la sicurezza, tecnica e mentale, con cui ha ricoperto senza problemi sia il ruolo di centrale che di terzino destro.
È stata un’annata terribile per Giovanni Simeone, una stagione partita con l’aspettativa di confermarsi uno degli attaccanti più decisivi della Serie A e chiusa con la delusione di aver perso il posto da titolare ai danni di Muriel.
In retrospettiva, il lavoro di Pioli pur non essendo stato esaltante è stata la ragione per cui la Fiorentina è rimasta in Serie A.
Probabilmente ha fatto esprimere la squadra al massimo del proprio potenziale, nonostante la dirigenza, in particolare nelle ultime settimane della sua esperienza a Firenze, lo abbia accusato di lavorare senza competenza e serietà.
Per quanto riguarda il giudizio su Montella bastano i numeri: 7 partite, 5 sconfitte, due punti, 6 gol subiti, un gol realizzato. La Fiorentina riparte da qui.
In una stagione in cui squadre come Torino e Sampdoria hanno lottato per un posto in Europa, il fatto che la Fiorentina si sia salvata all’ultima giornata è probabilmente l’aspetto più imbarazzante di un’annata fallimentare.