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Mario De Zanet·10 gennaio 2020
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Mario De Zanet·10 gennaio 2020
Montagne russe senza divertimento. Ecco cosa sono stati gli ultimi mesi della carriera di Mattia Caldara, passato da prodigio della difesa a meteora, le cui doti non sono ancora state presentate al grande, grandissimo pubblico.
La mala sorte ci ha messo del suo e il difensore oggi prova ad affrontarla con il ritorno a casa, in quell’Atalanta che lo ha reso un prospetto estremamente interessante: ora ci torna, quasi a parti invertite, con l’Atalanta a godersi l’Europa e lui a galleggiare ricercando un’identità.
Se ne va dal Milan senza aver lasciato il segno, nonostante fosse arrivato con l’intento di smentire la Juventus, convintasi a venderlo per riaccogliere Leonardo Bonucci.
Allora, il popolo juventino s’infuriò per la partenza di un giocatore estremamente promettente, pagato all’Atalanta 15 milioni. Pochi compresero il senso di quell’operazione, quando avvenne: un’operazione discutibile specialmente in prospettiva.
Eppure, in prospettiva, un anno e mezzo dopo, il Milan si trova in mano un pugno di mosche e lo vende a basso prezzo. Caldara torna in prestito all’Atalanta e il diritto di riscatto è fissato a 15 milioni, la stessa cifra che il ragazzo valeva nel 2017.
Il Milan lo pagò 35 milioni, ma lo ha avuto per soltanto due partite: una meteora rossonera che merita di brillare a casa.
Per il bene suo e del calcio italiano.