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Mario De Zanet·9 ottobre 2019
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Mario De Zanet·9 ottobre 2019
È cominciata l’avventura di Stefano Pioli.
È cominciata nel malumore del tifo rossonero, che il nuovo tecnico del Milan intende sovvertire. A cominciare dall’entusiasmo di essere “in uno dei migliori club del mondo.”
Pioli arriva con l’incarico di ordinare una formazione priva di identità, ma rifiuta l’etichetta di normalizzatore: “Mi sento un insegnante che intende valorizzare i suoi giocatori. Penso ad un calcio che dia piacere ai giocatori.”
Rifiuta etichette e i fantasmi di un tempo, di quando si dichiarò interista: “Il passato è il passato. Non si possono paragonare un tredicenne paffutello ad una persona maturo.”
Passando a parlare di campo, sono 3 i principi enunciati da Pioli: “Idee, intensità e spregiudicatezza.” Questa sarà la base di partenza per il tecnico parmense, che non si cura troppo del #Pioliout: “Ho rispetto di queste critiche, ma sono uno stimolo ulteriore.”
Si passa poi a parlare dei singoli, specialmente del fronte offensivo, che non ha trovato una forma sotto Giampaolo: “Piatek è un bomber, molto efficace dentro l’area. Paquetà è una mezzala di qualità e quantità. Mi piace spostare i giocatori durante le sfide, penso che abbia il gol nelle corde. Leão è un giocatore di talento, che deve essere sfruttato; a Suso dovremo costruire la chance di fare tanti uno contro uno.”
E il modulo? “I numeri mi interessano poco, dovremo assecondare le caratteristiche dei nostri giocatori. Ora abbiamo 10 giorni importanti per conoscerci.”
E Pioli, infine, enuncia anche il suo slogan, interpellando a rispondere al celebre motto di Giampaolo: “Vincere.. Testa alta, testa bassa… Vincere”.
Un motto ambizioso, che rispetta la ragione per cui il Milan lo ha scelto: come spiegato da Maldini, l’esonero di Giampaolo nasce dal desiderio di “voler essere protagonisti.”
Un compito non facile: Pioli ci proverà sin da oggi, dal primo allenamento, in programma alle 15:30.