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Giacomo Galardini·11 dicembre 2018
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Giacomo Galardini·11 dicembre 2018
Ma nonostante l’esito amaro e i verdetti nefasti, andiamo a vedere cosa è accaduto negli altri campi di Champions League, dove di cose ne sono successe eccome.
È – ahinoi – Mohammed Salah, che esce dal torpore di una stagione in cui i media e i critici lo stavano bollando come “One season wonder“ (cioè un fuoco di paglia) quando lui se ne esce in una settimana con la tripletta al Bournemouth e il gol qualificazione contro il Napoli.
Il Tottenham di Pochettino – va ricordato – era a soli 4 punti in classifica a 2 giornate dalla fine della fase a gironi, con l’Inter a 7 punti e la partita difficile da giocare al Camp Nou.
Eppure ce l’ha fatta: complice la sfortuna sotto porta dell’Inter a Wembley e la fortuna di trovare un Barça già sazio all’ultima giornata che ha messo in campo una formazione ampiamente rimaneggiata.
Purtroppo l’Inter di Spalletti. Asamoah in serata no, Borja poco incisivo, e i cambi offensivi attuati da Spalletti sono sembrati tardivi per rovesciare il PSV che era fuori da qualsiasi cosa e non aveva niente da giocarsi stasera.
L’ex Milan Van Bommel esce con un punto d’oro – il suo secondo – da San Siro facendo uno sgambetto proprio all’Inter.
Arriverà pure agli allenamenti in ritardo, però se a 20 anni hai pagato un giocatore 100 milioni un motivo c’è: ed è questo gol.
Le lacrime dei tifosi partenopei al seguito del Napoli riassumono il sentimento prevalente dopo questa serata amara.
Anche la parata finale dell’ex Roma Alisson su Milik vale ogni centesimo dei 72,5 milioni di euro versati dal club inglese nelle casse giallorosse.