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Andrea Agostinelli·8 febbraio 2018

Milan: cosa fare con Andrè Silva?

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Se lo chiedono i tifosi del Milan ma soprattutto se lo domanda il suo allenatore in vista del periodo delicato che attende i rossoneri.

Contro la SPAL, Gennaro Gattuso dovrebbe ripristinare le proprie gerarchie in attacco con Nikola Kalinic che ritroverà una maglia da titolare dopo la panchina con l’Udinese.


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Una scelta che allo stesso tempo suona come una bocciatura definitiva per Andrè Silva.

Dire che il portoghese sta deludendo le aspettative è un eufemismo e i 35 milioni spesi in estate non aiutano certo ad avere un giudizio equilibrato sul suo conto.

Fenomeno o bidone? La risposta dipende dal rendimento del portoghese nelle prossime partite ma soprattutto dal tipo di utilizzo che Gattuso ha in mente per lui.

PUNTARE ANCORA SU DI LUI

La partita di Udine ha dato comunque buone indicazioni sul suo conto. Silva, infatti, ha provato a replicare i movimenti di Kalinic, in particolare ha cercato di venire incontro al portatore di palla per offrire una sponda e aprire spazi alle sue spalle.

Non sono giocate proprie del suo repertorio ed infatti il 76% di precisone nei passaggi testimonia la sua difficoltà nel compiere il lavoro di un centravanti classico ma allo stesso tempo evidenzia il suo tentativo di adattamento.

Sono segnali positivi che, come nel caso di Calhanoglu, hanno però bisogno di tempo e fiducia per potersi trasformare in certezze.

D’altronde Gattuso non ha nulla da perdere nel testarlo nuovamente dal primo minuto dato che Kalinic è la rete di sicurezza che il Milan può utilizzare in ogni evenienza e Cutrone ha dimostrato al momento di essere più incisivo entrando a gara in corso.

Il tecnico rossonero deve continuare a dargli spazio, cercando di fargli capire al meglio i movimenti richiesti ma soprattutto provando a far leva sui sentimenti del ragazzo, sul suo senso di rivalsa.

MEGLIO LASCIAR PERDERE

Dopo la partita con la SPAL, il Milan è atteso da un tour de force: la doppia sfida in Europa League con il Ludogorets, il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio e in campionato le sfide con Sampdoria, Roma e Inter.

Non c’è spazio per gli esperimenti. Silva, almeno in campionato, ha sprecato tutte le occasioni che ha avuto e l’incredibile goal fallito contro l’Udinese è la pietra tombale sulla sua stagione.

Il Milan in questo momento ha bisogno di certezze, soprattutto in attacco dove Kalinic e Cutrone, sia sotto il profilo dei gol che di quello dei movimenti, si sono dimostrati decisamente più affidabili di lui.

Il portoghese, infatti, è un organismo avulso dal contesto tattico che Gattuso sta cercando di creare. Con i suoi strappi palla al piede toglie lavoro a Bonaventura, Suso e Kessié, costringendoli a scatti di 60 metri per cercare di inserirsi in area di rigore.

Silva gioca un calcio egoista, che poca si sposa con l’idea di generosità che il tecnico ha in testa per il suo Milan e soprattutto per il suo centravanti.

Insomma tutti elementi che fanno propendere verso l’idea che Gattuso debba tenere fede alle sue gerarchie, tenendo in panchina il portoghese e magari provando a ritagliarli un ruolo da dodicesimo uomo. Silva ha tutte le caratteristiche per trasformarsi, almeno in questo finale di stagione, in un giocatore in grado di fare la differenza per la propria squadra anche partendo dalla panchina.