Perché il Real Madrid può vincere ancora la Champions League? | OneFootball

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Mario De Zanet·13 febbraio 2019

Perché il Real Madrid può vincere ancora la Champions League?

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L’Ajax stasera proverà a cominciare un’impresa ardua: eliminare il Real Madrid dalla Champions League.

L’ultima formazione ad esserne capace fu la Juventus: era il 2015 e Morata regalò la finale ai bianconeri, interrompendo la corsa dei Blancos verso Berlino, dove avrebbe trionfato il Barcellona.


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Nessuno poi si è interposto tra il Real Madrid e la Coppa dalle grandi orecchie: anche quando il Madrid appariva spalle al muro, è successo qualcosa che ha rimesso in sesto la corsa blanca alla Champions League.

Anche le stagioni più dure, hanno svelato il lato dolce di un’impeccabile corsa al trionfo europeo. A partire dalla prima stagione di Zinedine Zidane sulla panchina del Real: si cominciò dalla guida di Rafa Benitez, ma gli eventi furono indigesti per i Blancos. La stagione precipita dopo lo 0-4 del Barça al Bernabeu e gradualmente il Real perde posizioni in Liga, nonostante Benitez possa vantare un record storico: il 10-2 con il Rayo Vallecano rappresenta la prima volta in quasi 66 anni in cui qualcuno segna almeno 10 gol in Liga.

A gennaio, Benitez salta e subentra Zidane, che, compromesso il campionato, compatta la formazione e la spinge sino al trionfo di Milano.

Il 2016/17 è invece molto meno tribolato, perché il Madrid fallisce ben poche frecce al suo arco e vince anche la Liga, mancando il Triplete soltanto per l’uscita ai quarti.

Ben diversa è stata infine la scorsa stagione, in cui i Blancos cominciano con poca fame, proprio come nell’annata corrente: la Liga non è territorio di conquista e a dicembre lo 0-3 blaugrana nel Clasico impone 14 punti di distacco tra le due formazioni. Il campionato era già chiuso a Natale, eppure il Madrid si è saputo risollevare, conquistando la terza Champions consecutiva.

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Perché? Perché ci sono formazioni le cui doti sono adatte ai 100 metri piuttosto che ad una maratona. Pensate al Milan degli anni 2000: potenzialmente, non aveva rivali in campo italiano, ma le sue caratteristiche erano ideali per la Champions League. Inzaghi, ad esempio, poteva non avere la continuità di altri giocatori, ma era impeccabile nelle sfide che contavano.

Pensiamo a calciatori come Ramos, Marcelo o Modric. Passano gli anni e ciò non aiuta in termini di continuità, ma certe partite durano soltanto 90 minuti. Se poi s’aggiunge un’urna favorevole, il Real Madrid rende più solida la sua candidatura al titolo.

Al Bernabeu inoltre vi è un segreto chiamato Antonio Pintus, il preparatore atletico delle Merengues. Come si nota dal cognome, l’uomo in questione è d’origine sarde. Pintus è tuttavia cresciuto a Torino ed ha lavorato alla Juventus ai tempi di Zidane.

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Zizou lo ha fortemente voluto al suo arrivo a Madrid ed i risultati sono evidenti, tanto che sono riconosciuti dagli stessi giocatori: il Sergente, così lo hanno ribattezzato i giocatori del Real, ha avuto un impatto determinante nella preparazione dei Blancos, come riconosciuto, a più riprese, dai giocatori stessi.

L’attestato di stima più evidente è arrivato proprio quest’anno: Pintus era stato messo ai margini da Lopetegui, che ha portato un suo uomo come responsabile. Tuttavia, dopo l’arrivo di Solari, lo spogliatoio ha chiesto esplicitamente il ritorno del preparatore italiano come riferimento primario della preparazione.

I risultati sembrano già vedersi: sia mai che il Real arrivi in perfetta forma il primo giugno per conquistare la quarta Coppa Campioni consecutiva.