✍️Premier su, Liga giù: cosa sta succedendo nel calcio europeo? | OneFootball

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Giovanni Armanini·9 maggio 2019

✍️Premier su, Liga giù: cosa sta succedendo nel calcio europeo?

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Per capire cosa sta succedendo al calcio europeo ed ai due paesi dominanti degli ultimi due decenni (Spagna e Inghilterra) bisogna guardare non all’ultima partita ma al quadro più ampio delle ultime 5 stagioni. Ed al ranking.

Real Madrid e il Barcellona sono in calo rispetto al passato. La prima dopo aver vinto quasi in surplace le ultime 3 coppe ha avuto una naturale flessione. La seconda, campione nel 2015, ha preso 4 gol a Liverpool dopo averne presi 3 a Roma lo scorso anno e 3 a Torino nel 2017. Ha un Messi che non segna un gol in trasferta nei playoff di Champions dal 2013.


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C’era poi l’Atletico Madrid (che ha perso due Champions, una al 94’ e una ai rigori). Ma il cholismo non gode più di grande popolarità.

Storicamente la Spagna ha impostato un sistema basato sul duopolio BarcellonaReal Madrid. A fine anni 90 ha varato una legge che riconosce a queste due (e all’Athletic Bilbao) un diverso status. Inoltre è stato l’ultimo paese a passare alla cessione collettiva dei diritti tv.

Quando è passato al nuovo sistema, tuttavia, ha confermato per Barcellona e Real Madrid gli stessi importi annuali (tra 150 e 170 milioni di euro) alzando progressivamente gli altri che prendevano grosso modo meno di un terzo.

Le altre spagnole si sono adeguate: sapendo che Liga e Champions erano terreno di conquista delle due grandi hanno ragionato diversamente. Al momento valorizzano i propri giovani (il 23% delle proprie rose viene dai vivai), giocano un calcio comunque propositivo e si esaltano in campo Europeo.

Un dato su tutti: depurato il ranking spagnolo dei punteggi di Real Madrid e Barcellona nulla cambia, la Spagna è comunque prima a livello europeo.

L’impressione ora è che il ciclo sia finito.

Il calcio inglese ha passato una fase di transizione negli ultimi 8 anni.

Dal 2001 al 2010 la Spagna ha fatto meglio dell’Inghilterra (a livello di punti ranking annuali conquistati) 6 volte 3, nel 2010 le due nazioni hanno fatto lo stesso risultato.

Quest’anno l’Inghilterra chiuderà per il secondo anno consecutivo con un punteggio stagionale migliore della Spagna. Non faceva il bis da 10 anni e prima del 2018 non faceva meglio degli spagnoli dal 2011 (ma solo per 1 decimo di punto).

Tra il 2012 e il 2013 è finita l’era Ferguson a Manchester. Nel frattempo il Chelsea vinceva la Champions e inaugurava una seconda fase dell’era Abramovich. Una fase molto indeterminata, fatta di alti e bassi e senza un progetto chiaro, vincente a singhiozzo in patria, non all’estero. Le due squadre, tuttavia mantenevano uno status differente e portavano a casa una Europa League a testa.

Quel che è accaduto a Manchester United e Chelsea rischia di essere il destino di Real Madrid e Barcellona: quando arrivi al massimo mantenere la vetta è molto più difficile che passare dal decimo posto al secondo e dal secondo al primo.

Sempre nel 2012 il Manchester City (rilevato nel 2008 dallo sceicco Mansour) ha vinto il primo titolo ed ha iniziato una crescita tutt’ora in corso. Nelle ultime due stagioni di Premier colleziona più di 190 punti, un record, e fa il miglior risultato in Champions nel 2016: vessato dal FFP e in pieno cambio generazionale.

Il Liverpool, gestito da Fenway dal 2010, fallisce il titolo nel 2014 e da allora ha finanziato il mercato anche vendendo Suarez e Coutinho al Barcellona. Aspetta Klopp per 3 anni e quest’anno diventa una squadra da 97 punti in Premier. Lo scorso anno va in finale anche grazie al fatto che su 6 avversari ne trova solo uno (il City) messo meglio nel ranking. Quest’anno sbaraglia tutti: Psg e Napoli, Bayern, Porto, Barcellona, ovvero batte tutti i campioni nazionali possibili.

Arsenal e Tottenham non sono mai state veramente competitive. I gunners dal 2006 sono una squadra che vende pezzi pregiati (molti al City) e valorizza giovani e in generale non va quasi mai oltre gli 80 punti in campionato.

Gli Spurs improntano una strategia di mercato a saldo zero e nelle ultime due stagioni fanno quel che ha fatto il Napoli: confermano il gruppo e provano a arrivare più avanti possibile. Ora sono in finale di Champions grazie a 3 gol allo scadere: contro Barcellona, City (evitato) e Ajax, mentre nel lungo periodo rimangono inconsistenti come dice la classifica di Premier.

Questa fase di transizione ha nel 2016, titolo al Leicester, il momento enigmatico più alto. In quell’anno le top 6 perdono in totale 45 partite di Premier League. Ranieri vince il campionato con una quota che per lo più negli ultimi 20 anni lo avrebbe fatto arrivare terzo. Bravissimo lui a inserirsi in un vuoto di potere.

Dal 2016/17 la Premier è entrata nella nuova era del megacontratto tv da 5,2 miliardi in un triennio per i diritti domestici. Nelle ultime due stagioni, questo è il macrodato a cui guardare, ha fatto meglio della Spagna.

I successi di quest’anno si inseriscono in un ciclo. Hanno aspetti di fortuna e casualità, ma non sono per nulla in controtendenza con quel che è successo negli ultimi anni.

Per intenderci, il Barcellona poteva anche non concedere il quarto o l’Ajax non capitolare all’ultimo, ma non avrebbero cambiato il fatto che 4 inglesi su 4 erano nei quarti mentre le altre due sono arrivate in semifinale di Europa League.

Come sempre il calcio è fatto di cicli: inutile trovare filosofie o mani misteriose che governano tutto. È il bello del pallone e delle analisi, che tendenzialmente si possono fare solo in seguito, quasi mai a priori con certezza assoluta.