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Mario De Zanet·25 giugno 2019
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Mario De Zanet·25 giugno 2019
La psicosi biscotto è tornata a correre e le nostre paure sono state confermate dai fatti. Come quella volta, come quella maledetta volta.
L’Italia padrona di casa è stata eliminata dal pareggio di ieri in Francia-Romania, uno 0-0 che ha qualificato entrambe alla semifinale: un pareggio annunciato che ha completato la delusione italiana, innescata dalla sconfitta con la Polonia.
A parlare di biscotto, la mente, inevitabilmente, torna al più celebre dei biscotti, risalente a 15 anni fa, quando l’Europeo si giocava in Portogallo. Era l’Italia di Totti e Del Piero, era una squadra forte, molto forte, che due anni più tardi avrebbe sollevato la Coppa del Mondo.
Quell’Europeo però, fu stregato. Lo sputo e la squalifica di Totti, la magia di Ibrahimovic e, appunto, il biscotto.
All’ultima giornata, l’Italia affronta la Bulgaria e si gioca Svezia-Danimarca. L’Italia deve vincere e sperare che il derby scandinavo non finisca 2-2: un pareggio con 4 gol è l’unico risultato che eliminerebbe gli Azzurri e avanzerebbe le formazioni di Ibrahimovic e Tomasson.
Così avvenne, per la disperazione azzurra e di Antonio Cassano, che realizzò il gol vittoria con la Bulgaria.
La Nazionale maggiore avrebbe poi ricevuto solo trattamenti puramente sportivi: nei due successivi europei, si è presentata nuovamente l’occasione di escludere l’Italia, ma Olanda nel 2008 e Spagna nel 2012 non caddero in tentazione.
Gli Oranje di Van Basten, matematicamente primi dopo 2 giornate, avrebbero potuto lasciare strada libera alla Romania, che si sarebbe qualificata con una vittoria: fedeli al proprio credo, gli olandesi giocarono e vinsero 2-0 con reti di Huntelaar e Van Persie, mentre gli Azzurri sconfissero la Francia e si presero i quarti.
Similmente, 4 anni più tardi, la Spagna, impegnata con la Croazia, avrebbe potuto scherzare con il destino dell’Italia, partorendo un 2-2 che avrebbe eliminato gli Azzurri: un pareggio con almeno 4 gol infatti avrebbe eliminato gli Azzurri, indipendentemente dal risultato della sfida con l’Irlanda di Trappattoni.
Le Furie Rosse invece vinsero 1-0 e ci incontrammo in finale, dove gli uomini di Del Bosque annichilirono gli Azzurri.
Detto questo, il pareggio di ieri è ben diverso dal biscotto del 2004: allora serviva uno specifico risultato e le formazioni andarono a cercarlo. Ieri sera, per quanto si possa parlare di antisportività, la sfida si è sviluppata su binari favorevoli ad entrambe le squadre e nessuno ha osato rischiare di perdere la qualificazione per cercare un poco utile primo posto.
Un atteggiamento forse poco ambizioso, ma quantomeno comprensibile, se consideriamo le dinamiche entro cui si sviluppa una sfida di calcio.