Storie di fallimenti: come sparirono Fiorentina, Napoli, Toro e Parma | OneFootball

Storie di fallimenti: come sparirono Fiorentina, Napoli, Toro e Parma | OneFootball

Icon: OneFootball

OneFootball

Andrea Agostinelli·5 luglio 2019

Storie di fallimenti: come sparirono Fiorentina, Napoli, Toro e Parma

Immagine dell'articolo:Storie di fallimenti: come sparirono Fiorentina, Napoli, Toro e Parma

La decisione della Covisoc di respingere la domanda d’iscrizione del Palermo al prossimo campionato di Serie B spinge i rosanero verso il baratro del fallimento e della Serie D.

Una situazione che troppo spesso si ripete nel calcio italiano e che in passato ha coinvolto anche società storiche.


OneFootball Video


L’unica nota positiva per i tifosi del Palermo e che tutte loro, dopo il fallimento, sono tornate in Serie A.


FIORENTINA

A Firenze i primi sentori che le cose stessero per precipitare si avvertirono nell’estate 2001 quando la Procura iniziò a indagare sui conti della società viola e affermò che nemmeno la cessione, poi bloccata, di Toldo e Rui Costa al Parma per 140 miliardi avrebbe salvato i conti.

Per poter iscrivere la squadra al campionato 2001/2002 l’allora presidente Cecchi Gori si indebitò ulteriormente e la stagione successiva l’iscrizione al campionato di Serie B venne rigettata.

La Fiorentina venne dichiarata fallita e Cecchi Gori venne accusato di bancarotta fraduolenta. Venne fondata una nuova società, la Florentia Viola, che venne rilevata dai fratelli Della Valle e ripartì dalla C2.


TORINO

26 giugno 2005. Nonostante la sconfitta con il Perugia nella gara di ritorno della finale playoff, il Torino può festeggiare la promozione in Serie A.

È una gioia effimera perchè 40 giorni dopo, complice i debiti contratti dall’allora presidente Franco Ciminelli, il Toro non venne ammesso al campionato successivo e fu costretto a dichiarare il fallimento.

La fortuna dei granata fu il Lodo Petrucci, una legge che permetteva alle squadre di Serie A e Serie B fallite di ripartire con una nuova proprietà disputando il campionato di categoria immediatamente inferiore

Complice la promozione in Serie A, il nuovo Torino Football Club di Urbano Cairo potè ripartire immediatamente dalla Serie B.


NAPOLI

Oggi i tifosi del Napoli sognano James Rodriguez e Mauro Icardi ma nell’estate del 2004 speravano solo di poter rivedere la loro squadra scendere in campo al San Paolo.

Sulla scia delle gestioni Corbelli e Naldi, infatti, quell’anno il Tribunale di Napoli ordinò il fallimento della società a causa di un debito che sfiorava i 79 milioni di euro.

Il Lodo Petrucci permise alla nuova società di Aurelio De Laurentiis, la Napoli Soccer, di ripartire dalla Serie C ma al primo giorno di allenamenti, come confermato dal Pampa Sosa con un aneddoto diventato leggendario, c’erano solo quattro giocatori e un pallone sgonfio. Altro che la Champions League.


PARMA

La decisione della UEFA di negare al Parma la licenza per partecipare all’edizione 2014/2015 dell’Europa League a causa di irregolarità nei pagamenti IRPEF scatenò un effetto domino che nel giro di qualche mese spinse la società ducale al fallimento.

Visti i debiti con i fornitori, vennero pignorati beni dal centro di allenamento (mezzi di trasporto e attrezzature medicali di servizio alla palestra) per un valore totale di 500mila euro mentre i giocatori della Primavera vennnero abbandonati a sé stessi, costretti a fare la doccia con l’acqua fredda.

Una situazione desolante con la squadra che terminò il campionato di Serie A solamente grazie all’aiuto della Lega Calcio. Il Comune cercò in tutti i modi di trovare un acquirente che potesse permettere alla società di ripartire dalla Serie B ma il fallimento venne imposto come l’unica via percorribile.

Il Lodo Petrucci, però, nel frattempo era stato eliminato e la nuova società, la S.S.D. Parma Calcio 1913, cominciò la sua avventura dalla Serie D.